Ma la guerra, e la crisi conseguente, azzerano i risultati fino ad allora ottenuti: sono poche le aziende che sopravvivono e, tra queste, si distinguono la Baldino, grazie alla tenacia della vedova Baldino, e la Baiocco, forte della sua passione per la vinifi- cazione.
La casa D'Ambra continua il suo florido commercio all'ingrosso e decide di passare all'imbottigliamento alla fine degli anni '50. La Perrazzo, in quegli anni gestita da Claudio D'Ambra (discendente dell'omonima famiglia), accusa segni di stanchezza e segue una politica, che si rivelerà controproducente, di gestione familiare. I numerosi eredi non si indirizzano esclusivamente alle attività di famiglia. Il primogenito Davide, laureato in agraria e enologia, non riesce a vincere i contrasti di opinioni diverse, impedendo cosi un sereno sviluppo della Casa vinicola.
Giulio, giovane imprenditore ricco di creatività inaugura la prima enoteca-ristorante del Porto:
"A Cambusa".
Ma poi decide di emigrare.
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